Il LifeLong Learning nella vita e nel lavoro.
Non si finisce mai di imparare, anche nella terza età.
Gli esami non finiscono mai. Così recita il titolo arcinoto di una commedia di Eduardo De Filippo. Si sa che la conoscenza e l’apprendimento continuo sono essenziali nello sviluppo di ogni persona, sia in ambito professionale che in quello umano. Avere conoscenze trasversali aiuta nel lavoro e nella vita. Con il miglioramento delle tecnologie, la conoscenza si è resa più accessibile per tutti e un’istruzione di qualità è alla porta di mano e di portafoglio di molte più persone rispetto al passato.
Il LifeLong Learning (abbrevviato in LLL) è anche detto “apprendimento permanente” perché indica i processi con cui ognuno, in base alle proprie esigenze, può ottenere le conoscenze per realizzarsi nel lavoro e nella società, come professionista e come persona. È importante non solo apprendere concetti nuovi, ma anche colmare eventuali lacune con consapevolezza. Insomma, l’ambito dello studio, che in alcune religioni è parte integrante della pratica per tutta la vita, non si riduce a un periodo specifico, ma continua fino alla vecchiaia. È un processo fluido e costante che cambia con la società e si evolve con i mezzi a disposizione.
L’Unione Europea e il LifeLong Learning
Il Lifelong learning, anche in terza età, può avvenire all’interno di istituti dedicati alla formazione – apprendimento formale, per ottenere diplomi, attestati e certificazioni ufficiali. Oppure può avvenire nel posto di lavoro o in altri contesti. Ma l’apprendimento è anche quello che avviene in ambito privato, quello che ognuno acquisisce con l’esperienza di ogni giorno, e in questo caso si parla di apprendimento non formale, che avviene con la lettura e lo studio individuale o la partecipazione a conferenza o eventi culturali e formativi.
L’Unione Europea promuove il LifeLong Learning e ha investito dal 2007 al 2013 circa 7 miliardi di euro in questo programma di apprendimento continuo. Oltre a scopi formativi, il programma di LifeLong Learning dell’Unione Europea include la tutela di diversità linguistiche e di idiomi minoritari, il dialogo e lo scambio tra culture diverse, la tolleranza tra popoli, la cittadinanza attiva e quindi il rafforzamento dell’identità europea. Già a Lisbona nel 2000 il Consiglio Europeo aveva individuato tre obiettivi primari da ottenere con il LifeLong Learning: un migliore livello della formazione, un accesso semplice a forme di istruzioni di qualità e sistemi di formazione aperti al mondo esterno.
Allo stesso tempo il progetto Erasmus+ ha inglobato le attività del programma LifeLong Learning della UE per aumentare le possibilità di impiego, sviluppare nuove partnership strategiche che includono anche il mondo dello sport, e programmi di inclusione per migranti e rifugiati.
Le aziende e l’utilità del LifeLong Learning
Il LifeLong Learning costante è una necessità importante per l’individuo e per la società, per migliorare se stessi, il proprio lavoro e quindi la qualità di vita di tutti. I cambiamenti del mondo contemporaneo hanno modificato anche i rapporti e i modi di fare business. La tecnologia digitale e i nuovi canali di comunicazione hanno modificato il marketing e le relazioni pubbliche, rendendoli da un lato più ricchi e stimolanti, ma complicandoli dall’altro, perché difficili da analizzare, gestire e comprendere con obiettività. Il LifeLong Learning è quindi necessario per essere migliori professionisti e migliori cittadini.
Le aziende che investono nella formazione dei dipendenti hanno riscontri importanti, una crescita costante e soprattutto contribuiscono alla soddisfazione umana e professionale dei propri dipendenti, che si sentono maggiormente coinvolti. Insomma, la crescita del business con la produttività, si accompagna al benessere dei lavoratori grazie a strategie di Lifelong learning.